Scienze Motorie e Sportive

I primi tentativi di stampa sportiva nell’Ottocento

Posted on: 11 ottobre 2011

La crescita del giornalismo sportivo italiano è sempre stata strettamente connessa ai cambiamenti politici e culturali della società, al punto da poter assistere ad un vero e proprio sviluppo simultaneo dei due fattori fra il 1870 e il 1950. Il giornalismo sportivo della seconda metà del XIX° secolo illustra principalmente e quasi esclusivamente quel complesso di nobili attività fisiche – come la ginnastica, la caccia, la scherma, l’alpinismo – che non rientrano certamente nell’attuale concezione di sport di massa. In quel periodo lo sport era quasi totale appannaggio di pochi eletti gentiluomini, che vedevano nell’attività fisica un insieme di reminiscenze ginnasiali e velleità umanistiche. Per questa ragione il più antico periodico sportivo italiano può essere considerato il “Bollettino trimestrale del Club Alpino di Torino” del 1865. Ma alla concezione moderna di giornale sportivo si avvicina maggiormente “La Ginnastica”, fondata il 1 gennaio 1866 e diventata organo ufficiale della Federazione Ginnica Italiana nel 1869. Questo perché il “Bollettino” di Torino, in gran parte impegnato in osservazioni geografiche e meteorologiche, concedeva minor spazio alla celebrazione dell’evento sportivo.

A seguito dell’introduzione dell’educazione fisica quale materia obbligatoria nella scuola da parte del ministro De Sanctis, sarà proprio la ginnastica l’elemento base del giornalismo sportivo dal 1878. La conseguenza è un vero e proprio fiorire di nuove testate tematiche. Nel gennaio 1884 nasce a Roma “L’educatore del corpo – Giornale illustrato – Ginnastica educativa teorico-pratica” per iniziativa di Fermo Michelotto, mentre è del 1887 “Il Ginnasiarca”, organo tecnico dell’educazione fisica in Italia. Obbiettivo della pubblicazione è fornire al lettore una maggior spiegazione dei programmi governativi sportivi, in questo caso ginnici. Il nobile intento della testate naufraga però molto presto, tanto che il 1° settembre 1887 l’uscita del giornale viene sospesa. Nel frattempo, nel 1881, viene introdotto nelle testate dei giornali, e diventa di uso comune, il termine sport. A marzo inizia le pubblicazioni a Roma la “Rivista degli sports nazionali” e ad ottobre a Milano il quindicinale “Lo Sport Illustrato” arricchito più tardi anche da una edizione romana, “Cronaca sportiva”.

Dal 1888 cambia nuovamente lo scenario sportivo italiano. Il ciclismo o meglio, il velocipedismo, inizia ad affermarsi sempre più, tanto da consentire la pubblicazione di periodici dedicati esclusivamente a questo sport. Il primo ad uscire allo scoperto è il fiorentino “Cappa e Spada”, ma la vera rivoluzione arriva alcuni anni più tardi, il 4 ottobre 1893. Ad intuire l’importanza dello sport, e in questo caso del ciclismo fra i lettori, è il Corriere della Sera privo fino a quel momento, come ogni giornale non tematico, di alcuna pagina sportiva. Il “Corriere” autorizza il proprio redattore Augusto Guido Bianchi a dar vita al settimanale “Il Ciclo”, che in realtà verrà pubblicato soltanto dopo gli avvenimenti ciclistici di maggiore importanza. Ma il successo è evidente, tanto da garantire alla testata, che nel frattempo ha cambiato il proprio nome in “La Bicicletta”, una tiratura di ben 25mila copie.

Il post è stato estrapolato da un lavoro realizzato da Filippo Grassia, presidente dell’USSI (Unione Stampa Sportiva Italiana) dal 1991 al 2001, con la collaborazione di Giovanni Gentile e Matteo Marani.

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